#STEP07 (Ferri Vecchi - Pierino Pennesi)

Ferre vecchie

 ’Nde la baracca vecchia der mi’ nnonno

 ho trovo ’n marracciaccio smanecato 

me so’ deciso a rimettelo ar monno

 e ’n ber maneco d’ormo j’ho piazzato;

 sdiruzzenito e ripulito a fonno

 j’ho ripiato ’r tajo e l’ho arrotato

adesso ejelo lì, nun ce la pònno 

quelle nove cor maneco sardato.

 ’Nder ’ripulillo l’artro giorno ho visto 

’nmezzo a la lama ’n segno a malappena

 fatto co’ ’n puntarolo pisto a pisto

 adera n’ A e ’na V meste a catena… 

pe’ ’Ntogno Vela certo ’n grosso acquisto

 si de mettece ’r nome c’iva pena! 

Adesso co’ più lena

 lo porto appresso e l’uso a piacimento,

 chissà che Candelora ’nsie contento! 


FERRI VECCHI – Nella vecchia baracca di mio nonno / ho trovato una roncola senza manico / mi sono deciso a recuperarla / e le ho messo un bel manico di legno di olmo / tolta la ruggine e ripulita a fondo / ho riportato dritto il taglio e l’ho arrotato / ora eccola lì, è diventata meglio / di quelle con il manico saldato / nel ripulirla l’altro giorno ho visto / nel mezzo della lama un segno appena distinguibile / fatto con un punteruolo colpo a colpo / era una A ed una V messe in fila / per Antonio Vela (mio nonno) certo un grande acquisto / se si era dato pena di incidervi il nome! / ora con maggior voglia / me lo porto dietro e lo uso spesso / chissà che Candelora (soprannome di mio nonno) non sia contento! 



Oggetti evocativi, muse nascoste nella quotidianità… la poesia che si cela sotto le spoglie di un utensile capaci di suscitare emozioni, ricordi, sentimenti. Pierino Pennesi è un poeta dialettale, nato ad Allumiere nel 1947. 
Di formazione classica, ha approfondito la sua ricerca poetica dopo il ritorno al paese natio. L’uso e la ricerca del dialetto gli offrono le chiavi di lettura dei temi di una vita che immagina senza tempo. La sua prima opera “ Sonetti allumieraschi “ viene pubblicata nel 2010. Si tratta di una “Raccolta di sonetti in dialetto allumierasco”, come dice Pennesi nel titolo, dichiarando senza timori l’uso di una forma poetica tradizionale per descrivere oggetti che hanno segnato il suo tempo, come attrezzi agricoli e domestici, recuperati in quanto segno di una “consapevolezza di se stessi, di una fiducia nelle proprie capacità”. Non è nostalgia, né pianto sul tempo che fu, tant’è che quando ritrova nel terreno un ferro vecchio, lo ripulisce dalla ruggine che lo ha intaccato, gli mette “pe’ bellezza du’ fiocchette e ne assapora la sete di vita; come una eco della vita in esso contenuta, “seme antico per nuove piantagioni”. Le intenzioni dell’autore sono esplicitamente espresse nella prefazione del libro: “…Ho voluto comunicare tale sensazione nella speranza…di diffondere alle nuove generazioni semi da coltivare nelle condizioni attuali…Io voglio credere che, sotto le apparenze di superficialità tecnicista, nei giovani rimanga il desiderio di senso per le proprie azioni, capace di rigenerare atteggiamenti e modi di vita"


Sitografia: https://poetidelparco.it/ferri-vecchi-di-pierino-pennesi/

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