#STEP12 (Passaggio alla modernità)

Gli attrezzi dell’artigiano e del contadino sono gli utensili che caratterizzano la storia del lavoro in epoca medievale. Orefici, fabbri, vasai, mobilieri, tintori, cuoiai, barbieri, panettieri, pasticceri, macellai, pescivendoli sono le figure tipiche dei mestieri di tale periodo. Nel Rinascimento, l'attività tecnica ricevette particolare impulso dal desiderio, che crebbe in alcuni artigiani lungimiranti, di dare una base scientifica e un inquadramento spirituale alla loro attività artigiana. Fu il bisogno di risolvere problemi pratici che si dimostrò spesso uno stimolo allo sviluppo della scienza e della tecnologia, determinando il passaggio dal Medioevo alla modernità. Si assiste in quest’epoca all’affermazione di un nuovo tipo di sapere che necessita del continuo controllo dell'esperienza e che richiede un nuovo tipo di dotto che non è né il mago né l'astrologo né il professore medievale commentatore di testi antichi; il nuovo dotto è lo scienziato sperimentale moderno, il quale usa utensili sempre più precisi che permettono di fondere la "teoria" con la "tecnica" E’ il ricercatore che convalida teorie con esperimenti effettuati tramite operazioni strumentali con e su oggetti. È stato sostenuto che la scienza moderna sarebbe nata presso gli artigiani e poi sarebbe stata ripresa dagli scienziati. La rivoluzione scientifica del XVll sec. è un portentoso movimento di idee che, a partire dall'opera di Copernico e Keplero, acquista nel Seicento i suoi caratteri qualificanti nell'opera di Galileo e trova i suoi filosofi in Bacone e Cartesio. In seguito troviamo alcune parole di Cartesio tratte dal "Discorso sul metodo":
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