#STEP06 (Utensile nella letteratura)
La chiave a stella

Genere: Narrativa
Numero di pagine: 171
La chiave a stella di Primo Levi, edito nel 1978, è un testo in cui si narra il mestiere di un operaio specializzato in grandi costruzioni in acciaio, Libertino Faussone. Il narratore e Faussone, originari entrambi di Torino, si incontrano alla mensa di una fabbrica in Unione Sovietica. Il primo deve effettuare una perizia per l’azienda di vernici in cui lavora come chimico mentre il secondo, che di mestiere fa l’operaio specializzato, deve seguire la costruzione di un escavatore. Le comuni origini italiane creano vicinanza tra i due i quali si ritrovano a condividere esperienze passate. Nei loro racconti vengono narrati fatti di vita vissuti legati in modo particolare al lavoro. Faussone dopo un apprendistato nella bottega del padre viene impiegato alla Lancia ma ben presto decide che la vita sedentaria e il lavoro in fabbrica non fanno per lui. Inizia così a viaggiare da un continente all’altro con il compito di montare enormi e complesse gru. "Escavatrici, gru, ponti sospesi, non esistono macchinari che Faussone non abbia incontrato nel suo girovagare solitario e che abbiano resistito all’uso esperto della sua chiave a stella…"
Il protagonista ha lavorato in tutto il mondo, in tutte le condizioni, con colleghi di ogni genere ma sempre orgoglioso del risultato conseguito grazie alle sue mani armate di "chiave a stella", "quella è per noi come la spada per i cavalieri di una volta", dichiara Faussone in un passaggio del libro. In un'epoca di contestazione studentesca e operaia il protagonista de La chiave a stella è emblema di un orgoglio operaio capace di lavorare fuori dalla fabbrica.
Faussone incarna il valore dell’importanza del lavoro manuale, dell’affermazione di sé attraverso la capacità di portare a termine qualsiasi impresa con creatività. Insomma, un uomo che fa del lavoro la propria morale.
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