#STEP08 (Il teeteto e gli utensili come parole)

"Le parole sono viste, sul modello degli utensili dell'artigiano, come strumenti. Con una lesina e una spola si effettuano operazioni specifiche, con le parole si insegna a qualcun altro e si classificano le cose secondo la loro essenza.
Se si prosegue in questa analogia si può distinguere tra un artigiano che sappia usare correttamente i propri utensili e un altro che li sappia costruire. Si può così individuare un legislatore, o forgiatore di nomi. 
Se si chiama in causa l'uso o la legge che ha creato lo strumento della parola, egli sarà tra gli uomini il più raro degli artefici."

Con queste parole Platone parla in un passaggio di "Teeteto", uno dei suoi ultimi dialoghi, scritto nel "terzo periodo" o periodo della "maturità", che corrisponde all'ultimo periodo prima della sua morte.
Il tema principale di questo dialogo è la conoscenza, dove il protagonista è appunto Teeteto, un giovane matematico, il quale sostiene che che la conoscenza stia nelle sensazioni, che è lo stesso pensiero della scuola sofista.
Platone non la pensa allo stesso modo, infatti dice che se la conoscenza fosse una sensazione, sarebbe tutto vero perchè ogni uomo ha sensazioni diverse, e quindi in questo modo per ognuno ci sarebbe qualcosa di vero e non vero, e se si sommano i punti di vista di tutti gli uomini risulta essere tutto vero.
Per Platone la conoscenza non può essere qualcosa di soggettivo ma deve essere oggettiva, e parla dei sensi come un mezzo per conoscere le cose, negando che le sensazioni stesse siano la conoscenza, infatti dice:"se la conoscenza sensibile non è vera conoscenza , allora i sensi non sono altro che un mezzo per l’anima, essi non sono ciò che conosce, ma ciò mediante cui l’anima conosce."
Il problema però successivamente diventa un altro, infatti Platone si chiede in che modo è possibile distinguere il vero da ciò che non lo è. Egli arriva a una risposta dicendo che è vero tutto ciò che non è falso, infatti per Platone le cose false sono un insieme di cose vere che però hanno un difetto di assemblaggio o di costruzione, quindi è come se fosse un insieme di cose giuste che però sono affette da un errore. Un esempio di errore possibile, secondo il filosofo, può essere quello dei ricordi, infatti l'uomo spesso per darsi delle risposte utilizza la mente per risalire ai ricordi, ma non sempre lo fa nel modo giusto, e questo può portare anche solo a un piccolo errore in un ricordo che poi contribuisce a rendere falsa e sbagliata la risposta che si darà.


                                                         Teeteto | 922


  • Sitografia:    https://books.google.it/
  • Citazione tratta da:    https://www.skuola.net/filosofia-antica/teeteto.html

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