#STEP16 (Gli utensili sono vita)



La casa di Geppetto era una stanzina terrena, che pigliava luce da un sottoscala. La mobilia non poteva esser più semplice: una seggiola cattiva, un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato. Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso; ma il fuoco era dipinto, e accanto al fuoco c’era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo, che pareva fumo davvero.
Appena entrato in casa, Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino.
"Che nome gli metterò?" disse fra sè e sè. "Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi, e tutti se la passavano bene. Il più ricco di loro chiedeva l’elemosina."
Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare a buono, e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi.
Fatti gli occhi, figuratevi la meraviglia. quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso.

 

                             Guido Cenci | Rapporto Confidenziale



Geppetto può essere visto come il rappresentante per eccellenza della parte migliore degli utensili.
Egli infatti, grazie al suo scalpello, è in grado di generare vita.
E gli utensili, se utilizzati nella maniera migliore possibile, sono vita, gli utensili sono creazione, sono il braccio della fantasia, sono quelle cose senza di cui niente di tutto ciò che qualsiasi uomo sogna possa diventare realtà, e sono, quindi, parte fondamentale della nostra vita, l’uomo non può vivere senza un utensile a portata di mano.



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