#STEP20 (Utensili nello Zibaldone)


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Copertina dello "Zibaldone" leopardiano
Lo Zibaldone di Pensieri si tratta una raccolta di dimensioni monumentali, che conta 4526 pagine manoscritte, nelle quali Leopardi riversa un’impressionate varietà di considerazioni e pensieri relativi a questioni filologico-erudite, linguistiche, letterarie, filosofiche; vi si trovano però anche abbozzi poetici, pagine saggistiche, note psicologiche e autobiografiche. 
Il poeta Marchigiano iniziò a scrivere le prime pagine della raccolta già dall'età di diciotto anni, e questa verrà ultimata solamente quindici anni dopo. 
Meglio di qualsiasi altra opera leopardiana, dunque, lo Zibaldone di Leopardi riesce a restituirci un’immagine della vastità degli interessi del suo autore, fornendoci inoltre una grande quantità di informazioni relative alla sua vita e attività. 

"All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obbietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi e gli altri sentimenti ricevono la sensazione.
(30 novembre, 1a domenica dell’Avvento).


Oggetti di vita quotidiana, utensili capaci di suscitare emozioni ,di darci gioia. Attraverso la rimembranza affiora il passato il cui ricordo è filtrato dalla memoria e si presenta perciò modificato e non come realmente accaduto.
"un oggetto qualunque, per esempio un luogo, un sito, una campagna, per bella che sia, se non desta alcuna rimembranza, non è poetica punto a vederla. La medesima, ed anche un sito, un oggetto qualunque, affatto impoetico in sé, sarà poeticissimo a rimembrarlo. La rimembranza è essenziale e principale nel sentimento poetico,se non altro perché il presente, qual ch’egli sia, non può esser poetico; e il poetico, in uno o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell’indefinito, nel vago."  

Il ricordo (o ricordanza, come spesso lo chiama il poeta) è strettamente legato all’indefinito: nel ricordo infatti i contorni sfumano, le cose si allontanano e ne rimane un’immagine confusa che consente alla fantasia di ricrearla con sentimento.



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