#STEP15 (Il tempo sta per terminare)
Dal semplice utensile, alle macchine ,alla moderna automazione,le innovazioni si sono susseguite a ritmi esponenziali. Ma di fronte a questa tumultuosa crescita è necessario porsi interrogativi su questioni come l’uso saggio delle nuove tecnologie, il cambiamento climatico e la ricerca di stili di vita sostenibili.
Lo sviluppo tecnologico ci ha fornito e ci fornirà soluzioni geniali per problemi in precedenza difficili da risolvere ma a quale prezzo?
A questa domanda il Club di Roma ha cercato di fornire delle risposte. Tale associazione, fondata nell'aprile del 1968 dall'imprenditore italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander KIng, insieme a Premi Nobel e leader politici e intellettuali fra cui Elisabeth Mann Borgese, ha lo scopo di studiare i cambiamenti globali e i conseguenti problemi che l’umanità si troverà ad affrontare e di fornire possibili soluzioni alternative. Nel Rapporto sui limiti dello sviluppo, meglio noto come Rapporto Meadows, pubblicato nel 1972, si prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali, specialmente petrolio, e della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. Nell’ipotesi in cui la linea di crescita riscontrata fosse continuata inalterata nei cinque settori fondamentali (popolazione, industrializzazione, inquinamento, produzione di alimenti, consumo delle risorse naturali) l’umanità avrebbe raggiunto i limiti naturali dello sviluppo entro i successivi cento anni .E’ necessario quindi accettare l'idea della finitezza della Terra ed intraprendere più azioni coordinate per gestire tale finitezza. Non si tratta di ritornare alle comunità fondate sul lavoro di artigiani e contadini ma di acquisire la consapevolezza dei limiti della tecnologia e del fatto che, a forza di crescere in complessità, qualunque civiltà finisce prima o poi per crollare su se stessa.
Lo sviluppo tecnologico ci ha fornito e ci fornirà soluzioni geniali per problemi in precedenza difficili da risolvere ma a quale prezzo?
A questa domanda il Club di Roma ha cercato di fornire delle risposte. Tale associazione, fondata nell'aprile del 1968 dall'imprenditore italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander KIng, insieme a Premi Nobel e leader politici e intellettuali fra cui Elisabeth Mann Borgese, ha lo scopo di studiare i cambiamenti globali e i conseguenti problemi che l’umanità si troverà ad affrontare e di fornire possibili soluzioni alternative. Nel Rapporto sui limiti dello sviluppo, meglio noto come Rapporto Meadows, pubblicato nel 1972, si prediceva che la crescita economica non potesse continuare indefinitamente a causa della limitata disponibilità di risorse naturali, specialmente petrolio, e della limitata capacità di assorbimento degli inquinanti da parte del pianeta. Nell’ipotesi in cui la linea di crescita riscontrata fosse continuata inalterata nei cinque settori fondamentali (popolazione, industrializzazione, inquinamento, produzione di alimenti, consumo delle risorse naturali) l’umanità avrebbe raggiunto i limiti naturali dello sviluppo entro i successivi cento anni .E’ necessario quindi accettare l'idea della finitezza della Terra ed intraprendere più azioni coordinate per gestire tale finitezza. Non si tratta di ritornare alle comunità fondate sul lavoro di artigiani e contadini ma di acquisire la consapevolezza dei limiti della tecnologia e del fatto che, a forza di crescere in complessità, qualunque civiltà finisce prima o poi per crollare su se stessa.
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| Più passa il tempo e più lasciamo la nostra impronta indelebile sul nostro mondo |
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